Bauxite in Italia: produzione di alluminio e mappa miniere

La Bauxite è la roccia dalla quale si estrae l’alluminio. Già questo dato aiuta a comprenderne al meglio l’importanza. Il suo nome deriva da Baux-de-Provence, il piccolo comune nell’entroterra di Avignone ove nel 1822 furono aperte le prime cave dedicate alla sua estrazione. Si calcola che coi ritmi estrattivi odierni, i quali procedono a rilento per i problemi ambientali ad essi collegati, il suo esaurimento non avverrà prima di 3mila anni. Non stiamo quindi parlando di oro o di petrolio, ma di un materiale comunque molto importante a livello produttivo.

Bauxite in Italia: produzione attuale, import-export

L’Italia non è tra i maggiori Paesi produttori di Bauxite, un drappello che comprende Australia, Cina, Brasile, India, Guinea e Giamaica. La prima bauxite ad essere reperita lungo il territorio nazionale è stata quella abruzzese, scoperta nel corso dell’Ottocento dal geologo francese J. A. Meisonnier. Mentre risale al 1901 “La Bauxite in Italia”, uno studio condotto e pubblicato da Mario Cassetti. Se al momento l’estrazione di questo minerale è insignificante, o quasi, nel passato sono stati scoperti giacimenti di un certo rilievo, il cui sfruttamento non ha prodotto danni ambientali nei luoghi interessati. Andiamo a vedere dove.

Giacimento di Bauxite in Salento

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Laghetto Cave di Bauxite, Otranto, Puglia.

La cava di Bauxite del Salento rappresenta un caso unico. Posizionata a Otranto, nelle vicinanze del faro di Punta Palascia e del Monte Sant’Angelo, il suo sfruttamento è andato avanti dal 1940 al 1976. Proprio il suo abbandono, però, ha avuto una conseguenza imprevista. Le infiltrazioni di acqua in una falda del territorio carsico, infatti, hanno dato vita ad un suggestivo laghetto. Le sue acque verde smeraldo, infatti, devono la particolare colorazione alla presenza dei residui di Bauxite della cava. Lo stesso minerale che invece colora di rosso tutto il territorio circostante. Una meraviglia naturale che può essere soltanto osservata, in quanto il bacino d’acqua non è balneabile.

Giacimento di Bauxite nel Matese (miniera di Cusano Mutri)

Lungo i fianchi del Monte Mutria è invece racchiusa una imponente massa di Bauxite la cui consistenza non è stata mai accertata. Gli strati rocciosi che la racchiudono emergono spesso in superficie, tanto da essere indicati dalle popolazioni locali come “pietre rosse”. Il loro sfruttamento è iniziato nel 1902, quando il Comune di Cusano Mutri rilasciò una concessione a Michele Monti. La contropartita di mille lire si rivelò però un investimento a perdere, poiché dopo tre anni lo stesso Monti gettò la spugna. Si dovette quindi attendere il 1921 per una nuova concessione, stavolta a favore della società “Monte Mutri” dei fratelli Mazza. Proprio loro costruirono la teleferica adibita al trasporto a valle del minerale estratto. Anche in questo caso, però, l’impresa si rivelò proibitiva, culminando nel fallimento del 1936.Nel 1939 fu quindi la volta della Montecatini, che però dovette scontrarsi con la difficoltà di sfruttare il minerale nel successivo ventennio. Una difficoltà derivante dai costi proibitivi del trasporto dal giacimento al sito produttivo, quello di Porto Marghera. Da allora l’idea di sfruttare il minerale nel Matese è praticamente tramontata.

Giacimento di Bauxite in Sardegna

L’ultimo giacimento di un certo rilievo disseminato lungo il territorio nazionale è quello della Nurra, in Sardegna, distante 25 chilometri da Alghero. Scoperto nel 1991, il sito viene sfruttato per la produzione di allumina, con la sua gestione affidata alla Società Sarda Bauxite S.p.A., riguardando lo sfruttamento di 3500 ettari. Nel 2007 è stata la società greca Silver & Baryte Industrial Minerals a ottenere una concessione definitiva della durata di 15 anni, ormai in scadenza. Anche in questo caso, però, si sono avute difficoltà gestionali culminate nel passaggio dell’attività ad una società francese, S&B.
Nel mese di giugno l’Assessore all’Industria della Regione Sardegna, Anita Pili, ha comunque affermato che la miniera sarà rimessa sul mercato. L’obiettivo è di reperire investitori internazionali in grado di sfruttarla. Resta quindi da capire il destino che attende i 25 lavoratori rimasti, anche in considerazione del fatto che nella stessa zona sono presenti terre rare. Il minerale estratto è considerato di ottima qualità, trattandosi di Bauxite monoidrata con alto tenore di ossido d’alluminio e basso per quanto riguarda il ferro. Secondo gli esperti si sarebbe formato nel corso del Cretaceo, derivando da una fase di emersione del basamento carbonatico. Non resta ora che capire se la miniera abbia un futuro, o meno.

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Dario Marchetti

Blockchain Expert & Crypto-Specialist. Laureato in Lettere e Filosofia alla Sapienza di Roma, scrivo per RomaFinanza su argomenti di crypto-economy, blockchain, NFT, materie prime.

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