Bonus Sociale Elettrico e Gas 2023: cos’è, a chi spetta, cifre
Per cercare di offrire una via di fuga dal caro bollette alle famiglie disagiate, il governo Meloni ha confermato il Bonus Sociale Elettrico e Gas all’interno della Legge di Bilancio. Al tempo stesso ha messo in campo alcune modifiche per cercare di potenziare lo strumento. Come del resto aveva già fatto in precedenza il governo guidato da Mario Draghi.
Anche per quest’anno, quindi, questo provvedimento rappresenterà una notevole misura di contrasto ad una situazione chiaramente fuori controllo. Per impedire ulteriori difficoltà per i nuclei familiari che si trovano già sull’orlo della povertà, si è quindi deciso di intervenire su questo bonus, il quale potrebbe alleviarle almeno nel periodo preso in considerazione. Andiamo quindi a osservare più da vicino il Bonus Sociale Elettrico e Gas e quanto disposto al proposito.
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Cos’è il Bonus Sociale Elettrico e Gas
L’agevolazione relativa alla luce e al gas rappresenta all’atto pratico un vero e proprio sconto sulla spesa che deve essere sostenuta dai clienti domestici per l’approvvigionamento energetico. È stato concepito come un modo per andare incontro alle esigenze di nuclei familiari che si trovano ai limiti della povertà o quasi.
La sua introduzione risale ormai al 2009, quando il bolletta luce e bolletta gas è stato varato dal governo guidato da Silvio Berlusconi. La sua regolamentazione spetta all’ARERA (Autorità di Regolazione per Energia, Reti e Ambiente), coadiuvata nel compito dai comuni.
A poterne fare richiesta sono non solo le famiglie che si trovano in condizione di disagio economico, ma anche quelle che ne vivono una di carattere fisico. Il bonus contro il caro energia viene concesso indipendentemente dal fornitore di cui si servono gli interessati.
Nel corso degli ultimi mesi è stato necessario cambiare alcune cose per rendere lo strumento più reattivo di fronte ad una situazione chiaramente abnorme. Il fortissimo aumento delle tariffe applicate per la fornitura di servizi energetici avrebbe in pratica ulteriormente dissestato bilanci familiari già in affanno. Per evitare tutto ciò, il governo Draghi ha alzato l’ISEE da 8250 a 12mila euro.
Il Bonus Sociale Elettrico e Gas nella Legge di Bilancio 2023
Cosa prevede la legge di Bilancio 2023 per quanto riguarda il Bonus Sociale Elettrico e Gas? La parte della ex Finanziaria che affronta il tema è quella composta dagli articoli 17, 18 e 19. In pratica ne è stato deciso un potenziamento per il primo trimestre dell’anno, in cui le bollette potrebbero schizzare verso l’alto. A quello ordinario se ne aggiunge uno integrativo per il periodo in questione.
Inoltre è stato deciso un innalzamento a 15mila euro del tetto ISEE sotto il quale è possibile goderne. In tal modo, secondo le stime di ARERA, a sfruttare il bonus contro il caro energia potrebbero essere circa 500mila famiglie in più. La speranza, naturalmente, è che dopo questo trimestre la situazione possa normalizzarsi. Una speranza la quale dipende non solo dalla guerra in Ucraina, ma anche dalla capacità di fronteggiare la speculazione internazionale.
Chi ha diritto al Bonus Sociale Elettrico e Gas?
Per quanto concerne la platea dei beneficiari, allargata dall’innalzamento del tetto ISEE, è la seguente:
- famiglie con indicatore ISEE non superiore a 15mila euro all’anno;
- nuclei familiari numerosi (almeno 4 figli a carico) il cui ISEE non superi la quota dei 20mila euro annui;
- titolari di Reddito o Pensione di Cittadinanza;
- persone in difficoltà fisica e necessitanti di apparecchiature elettromedicali salvavita.
Cosa occorre fare per poterne usufruire?
Per poter usufruire della misura contro il caro energia, non occorre fare alcuna richiesta. Coloro che presentano la Dichiarazione Sostitutiva Unica (DSU) e hanno ISEE sotto i 15mila euro avranno in automatico il Bonus Sociale Elettrico e Gas.
Diverso il discorso per chi intende avere il bonus legato alle condizioni fisiche. In questo caso, infatti, è necessario presentare una domanda corredata di certificato rilasciato dalla ASL di competenza ai Comuni o ai CAF abilitati. Questa misura viene riconosciuta ove in famiglia ci sia una persona malata obbligata a usare apparecchiature elettromedicali salvavita. Tale bonus può essere cumulato con quello per disagio economico ove sussistano i requisiti.
A quanto ammonta il Bonus Sociale Elettrico e Gas?
Per quanto concerne la consistenza del bonus, secondo quanto disposto da ARERA è il seguente:
- per quanto riguarda il Bonus luce per disagio economico, da 182,70 a 265,50 euro;
- nel caso del Bonus gas per disagio economico, da 64,80 a 511,20 euro;
- ove si chieda il Bonus elettrico per gravi condizioni di salute, da 99 a 311,40.
Particolare attenzione merita il terzo provvedimento, riguardando chi necessita di apparecchiature elettromedicali salvavita. In questo caso, per calcolare il bonus occorre tenere in conto i dispositivi utilizzati, la potenza necessaria e i tempi di utilizzazione.
Caro energia: conviene il mercato libero rispetto a quello tutelato?
Naturalmente occorre sempre ricordare che i bonus, compreso quello per il caro energia, sono dei semplici espedienti. Grazie ad essi alcune categoria disagiate possono affrontare periodi complicati, ma nulla di più.
Secondo alcuni osservatori, la strategia migliore per ovviare alla situazione fuori controllo è rappresentata dall’adozione del cosiddetto mercato libero. Con conseguente abbandono di quello tutelato che ogni tre mesi vede l’aggiornamento delle tariffe basato sull’andamento contingente e quello dei prezzi delle materie prime.
Una tesi la quale, però, è contestata dalle associazioni di difesa dei consumatori. A partire da Consumerismo che ricorda quanto evidenziato dalla stessa ARERA nel suo monitoraggio: i gestori del mercato libero solo in pochi casi risultano più convenienti rispetto a quelli del mercato tutelato. In pratica solo il 4,72% delle offerte relative all’elettricità e il 9,82% per il gas sono tali.
Le pratiche scorrette delle aziende
Un altro aspetto critico è poi stato messo in rilievo dall’autorità nella sua relazione annuale: i clienti scelgono sul mercato libero offerte più onerose rispetto a quello del mercato tutelato. Lo fanno anche in presenza di proposte più convenienti. A spiegare questo paradosso è la politica di marketing utilizzata dai gestori.
Le parole di ARERA al proposito sono molto chiare: la sottoscrizione di contratti viene estorta con l’inganno o il ricorso a pratiche aggressive e scorrette. Pressioni e false promesse di call center e venditori porta a porta sono praticamente all’ordine del giorno. Un problema il quale, purtroppo, continua ad essere sottovalutato, con conseguenze estremamente rilevanti per i consumatori italiani.