Cassa Depositi e Prestiti: Organigramma, Azionisti, Partecipazioni
Cassa Depositi e Prestiti è un’istituzione finanziaria italiana, controllata dallo Stato (partecipazione nel capitale di CdP: 83%). Sono due le attività principali di Cdp, ovvero Gestione Separata e Gestione Ordinaria.
Rientrano nelle attività di Gestione Separata il finanziamento degli investimenti statali, destinati quindi allo stesso Stato, alle Regioni, Province, Comuni, ed altri Enti pubblici.
Nella Gestione Ordinaria invece rientrano le attività di distribuzione fondi per progetti che non rientrano nella “Gestione Separata”
Andiamo quindi a vedere più da vicino l’organizzazione di Cassa Depositi e Prestiti e altri aspetti fondamentali di carattere gestionale.
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Cassa Depositi e Prestiti: il CdA
Il 28 maggio del 2021 è stato annunciato il nuovo Consiglio di Amministrazione di Cassa Depositi e Prestiti. La decisione è stata presa da Mario Draghi, all’epoca Presidente del Consiglio e ha dato vita alla nuova compagine amministrativa incaricata di gestire l’istituto in un momento particolarmente importante.
In particolare, a ricoprire l’incarico di amministratore delegato è stato l’ex vicepresidente della Banca Europea degli Investimenti, Dario Scannapieco, che ha preso il posto di Fabrizio Palermo.
Gli altri membri del consiglio designati dal governo sono Fabiana Massa Felsani, Anna Girello Garbi, Giorgio Toschi, Livia Amidani Aliberti, Fabrizia Lapecorella. Di questi, soltanto Felsani e Lapecorella facevano parte di quello precedente.
Alle fondazioni bancarie, che detengono quasi il 16 % del capitale di Cassa Depositi e Prestiti, sono poi riservati tre posti, che sono stati destinati a Giovanni Gorno Tempini (che è stato confermato in veste di presidente), Matteo Melley e Alessandra Ruzzu.
Gli azionisti
Il capitale sociale di Cassa Depositi e Prestiti è detenuto per l’82,77% dal Ministero dell’Economia e delle Finanze, quindi dallo Stato italiano, per il 15,93% da una serie di fondazioni bancarie (in totale 65) e per il restante 1,30 dalla cassa stessa, mediante azioni proprie.
L’interesse nel detenere azioni di una società considerata l’ultimo bastione dell’intervento statale nell’economia può essere dedotta da una semplice cifra: 2 miliardi di euro. Sono i profitti che di anno in anno, attualizzati, Cassa Depositi e Prestiti riesce a collezionare dalle proprie partecipazioni. Che sono in effetti molte e di grande qualità.
Partecipazioni
Quali sono le partecipazioni più importanti di Cassa Depositi e Prestiti? Nella lista delle aziende partecipate, occorre sicuramente ricordare:
- Poste Italiane, 35%;
- ENI, quasi 25%;
- Terna, circa 30%;
- SNAM, circa 30%;
- Italgas, circa 25%;
- Fincantieri, oltre il 70%;
- SAIPEM, circa 10%;
- ENEL, 20%;
- Leonardo, circa 30%;
- Monte dei Paschi di Siena, circa 70%;
- Telecom, 5%.
Come si può notare, quindi, Cassa Depositi e Prestiti detiene posizioni importanti o meno in settori chiave come quelli dell’energia, il bancario e le TLC. In particolare, in quest’ultimo settore ben presto la sua posizione potrebbe diventare maggioritaria. Il piano del nuovo governo guidato da Giorgia Meloni prevede infatti una rete unica nazionale, controllata dallo Stato. In questo piano proprio CdP riveste un ruolo fondamentale.
Dati economici e rating
Per avere un’idea più compiuta sulla solidità e le prospettive di Cassa Depositi e Prestiti, occorre fare ricorso anche al rating di cui gode l’istituto. Il primo da prendere in esame è quello di Fitch, che nel passato mese di marzo ha deciso di confermare il giudizio sul lungo e breve termine, rispettivamente a BBB e F2.
Per quanto riguarda Moody’s, invece, nel passato mese di agosto ha praticamente confermato il rating sull’istituto, come fatto del resto per altre 13 banche italiane, abbassando però l’outlook a negativo. Un giudizio il quale risente del giudizio sull’Italia, passato da stabile a negativo per quanto riguarda la questione del debito sovrano.
Infine, Scope Ratings, che ha a sua volta deciso di confermare, sempre nel mese di agosto, i rating di lungo e breve termine a BBB+ e S-2, mantenendo al contempo invariato l’outlook, in questo caso stabile.
Per quanto riguarda i dati economici di Cassa Depositi e Prestiti, possono essere desunti dalla relazione semestrale presentata il passato 30 giugno e approvata dal Consiglio di Amministrazione. Proprio da questo documento si può notare la crescita (+9%) dell’utile netto, attestato a quota 1,5 miliardi di euro, rispetto al primo semestre dell’anno precedente. L’utile netto consolidato è invece pari a 3,7 miliardi di euro contro gli 1,4 dello stesso periodo del 2021.