ETF replica Fisica o Sintetica? Differenze e Opinioni

Gli ETF sono uno degli strumenti finanziari più utilizzati in assoluto. Per chi li utilizza i vantaggi sono in effetti molti, un fattore il quale ne ha garantito il successo nel corso degli ultimi anni, in particolare tra gli investitori più giovani.

Prima di rivolgersi ad essi, occorre però cercare di conoscerli al meglio. Tra le questioni più importanti da comprendere c’è la ETF replica, ovvero il modo in cui vanno a replicare un asset sottostante. Proviamo quindi a spiegare questo particolare aspetto nel modo più chiaro possibile.

Come un ETF replica un indice

Cosa vuol dire ETF replica? In pratica, che questi strumenti sono dei veri e propri replicanti di un indice predefinito o di una materia prima. Il loro obiettivo, in particolare, è quello di andare a conseguire la stessa performance dell’indice preso come riferimento. Scegliere al meglio quest’ultimo è quindi un fattore determinante nel successo dell’investimento effettuato.

 

Quando la società di gestione si accinge a operare la scelta da cui dipende l’esito dell’operazione, si trova di fronte due strade: una replica fisica dell’indice di riferimento, oppure quella indicata come sintetica. Si tratta in effetti di due strade molto diverse, da valutare con estrema attenzione.

ETF replica fisica

Gli ETF a replica fisica sono quelli che detengono i titoli degli indici replicati. I metodi utilizzati al fine di replicare un indice sono due: la ETF replica totale, in cui il fondo detiene tutti i titoli esattamente nelle stesse ponderazioni dell’indice, e la ETF replica parziale, che va a replicare l’indice solo in parte. Questo secondo metodo è utilizzato, ad esempio, nel caso in cui gli indici siano illiquidi oppure estremamente ampi. In questi casi, infatti, replicare totalmente un indice potrebbe dare luogo ad un impatto negativo sulla performance dell’ETF stesso.

Gli ETF replica fisica si suddividono nel seguente modo:

  • completa, che prevede l’acquisto di ogni titolo presente all’interno di un indice in base al peso ponderato. Si tratta del metodo più diffuso, per effetto di trasparenza e basso tracking error;
  • ottimizzata/stratificata, in cui si considera un numero definito di titoli. Nel caso di ETF iShares Azionari e IMFs si applica l’ottimizzazione mediante un modello di rischio fattoriale, mentre ove si tratti di ETF iShares a Reddito Fisso e FMI viene applicato il cosiddetto campionamento stratificato, in cui è il il gestore del portafoglio a ponderare su un sottoinsieme di obbligazioni ritenute in grado di assicurare una adeguata prestazione dell’indice preservandone la liquidità e minimizzandone i costi di transazione.

ETF replica sintetica

Un ETF a replica sintetica non detiene i titoli dell’indice, bensì un derivato finanziario, solitamente gli swap. In un accordo di questo genere, l’ETF riceve dalla controparte il rendimento dell’indice di riferimento, da cui dovranno essere sottratti i costi variabili (“swap spread”), i quali vanno sostanzialmente a dipendere dalle condizioni di mercato. Gli ETF basati su derivati offrono la possibilità di investire nei mercati più difficili o impossibili da accedere per i fondi replica fisica, come ad esempio i mercati delle commodity o alcuni di quelli emergenti.

I prodotti ETF replica sintetica per fornire un rendimento adeguato possono avere i futures o, appunto, gli swap (finanziati o meno) come punto di riferimento. Tra i punti di forza degli ETF replica sintetica c’è anche la possibilità di premi fiscali. Tra i difetti occorre invece ricordare il rischio di controparte, tale da rendere necessario un esame preventivo molto accurato.

Al tempo stesso si tratta di prodotti estremamente rischiosi. Per cercare di limitare questo fattore, l’Unione Europea ha emanato una normativa, denominata UCITIS, cui è affidato il compito di porre paletti ben precisi. Il rischio di controparte, in particolare, non può superare il 10% delle attività del fondo. Tra le altre misure di sicurezza che sono state previste in tal senso, ci sono anche la ricalibrazione quotidiana del contratto di swap, l’utilizzo di più contratti di questo genere con controparti differenti e l’aggiunta di altri collaterali

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Dario Marchetti

Blockchain Expert & Crypto-Specialist. Laureato in Lettere e Filosofia alla Sapienza di Roma, scrivo per RomaFinanza su argomenti di crypto-economy, blockchain, NFT, materie prime.

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