Il crollo FTX trascina nel baratro Bitcoin e settore crypto
Il crollo FTX, l’exchange di criptovalute fondato da Sam Bankman-Fried, rappresenta l’ennesimo atto di un crypto winter che dura ormai da mesi. Se, però, in precedenza si levavano voci speranzose, pronte a indicare il prossimo ritorno del sereno, ora il settore dell’innovazione finanziaria non sembra più cullare la stessa fiducia.
Gli eventi che hanno fatto seguito alla richiesta di inclusione nel Chapter 11, il fallimento in versione statunitense, rischiano di far crollare un gran numero di aziende. Oltre ad un Bitcoin che è tornato in grande affanno, dopo una parziale schiarita. Andiamo quindi a osservare meglio il crollo FTX e le sue possibili ricadute, per capire meglio cosa potrebbe accadere ora.
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Crollo FTX: cosa è accaduto
La vicenda che ha poi portato al crollo FTX è iniziata il 2 novembre, con la pubblicazione di parti del bilancio di Alameda Research. Si tratta di una società anch’essa creata da Sam Bankman-Fried e gestita con modalità le quali, ormai da tempo apparivano opache.
A creare panico è stata in particolare la rivelazione che molti degli asset detenuti dall’azienda erano token FTT, ovvero la valuta virtuale di FTX. Un token che, però, ormai da tempo si trovava in grande affanno. Il tentativo di negare i pericoli da parte della dirigenza di Alameda si è rivelato però ben presto inutile. A renderlo tale un tweet di Changpeng Zhao, CEO di Binance, in cui si annunciava la dismissione degli FTT detenuti. Il quantitativo in questione è poi stato rivelato da Whale Alert, un account di Twitter: 23 milioni di coin.
Neanche la proposta di acquistare i token da parte di Alameda è riuscita a fermare l’onda che si è presto propagata ai mercati. La vera e propria corsa agli sportelli ha ben presto condotto FTX all’impossibilità di liquidare le richieste. Il baratro era già pronto ad accogliere i resti di uno dei maggiori exchange a livello globale.
L’illusione di Binance
L’ultima speranza di evitare il crollo FTX si è concretizzata per mano di Binance. Per inciso la stessa azienda che a bocce ferme è indicata come l’origine dei guai di Bankman-Fried. La più grande piattaforma di scambio del mondo ha infatti annunciato su Twitter l’intenzione di acquistare l’azienda concorrente, ma con riserva.
Purtroppo, proprio la riserva si è trasformata in un vero e proprio diniego nell’arco di poche ore. Troppo estese le perdite di FTX per poter rilevare l’exchange senza mettere a repentaglio l’esistenza stessa di Binance. Il nuovo annuncio su Twitter si è ben presto diffuso sui mercati, innestando l’ennesima corsa alle vendite. Una corsa in cui anche Bitcoin ha dovuto lasciare valore sul terreno. Al momento nessuno, in ambito crypto, può dirsi al riparo dal crollo FTX.
Cosa potrebbe accadere ora
Per capire cosa sta accadendo basta guardare le quotazioni del mercato crypto. Se tutto il settore è praticamente in perdita, il crollo FTX ha però pesato particolarmente sul prezzo del Bitcoin, che al momento in cui scriviamo questo articolo è intorno a quota 16mila dollari.
Le perdite in termini di quotazioni potrebbero però essere soltanto un piccolo danno collaterale della vicenda. La voragine creatasi, infatti, sta inghiottendo somme stratosferiche di una miriade di investitori. A partire da Tom Brady e Gisele Bündchen, che sembra abbiano perso 650 milioni di dollari. Ben presto, però, potrebbe iniziare il contagio ad altre realtà con cui erano state varate collaborazioni, nel passato.
La prima azienda a rivelare difficoltà in tal senso è stata BlokFi, che ha sospeso i prelievi. Potrebbe trattarsi però soltanto di un antipasto, alla luce del fatto che molti quotidiani hanno iniziato a parlare di “momento Lehman” per le criptovalute. Il riferimento è naturalmente al fallimento della banca d’affari statunitense nel 2008. Un crac arrivato dopo una lunga serie di operazioni scarsamente trasparenti, come del resto quelle di altre banche sopravvissute per miracolo all’epoca.
Il crollo FTX evoca in maniera sinistra gli eventi dell’epoca. Anche in questo caso le operazioni sin troppo disinvolte di Bankman-Fried hanno aperto una voragine impossibile da ripianare. Nella quale potrebbero cadere un gran numero di soggetti non meno disinvolti. Ove ciò accadesse le conseguenze, anche sul Bitcoin, potrebbero essere molto più ampie del previsto.