Warren Buffett: tutti i Bitcoin del mondo per $25? No grazie.

Warren Buffett è considerato da molti il più grande investitore della storia della finanza. Soprannominato l’Oracolo di Omaha, le sue autorevoli parole e i suoi “punti di vista” hanno ispirato tantissime persone del mondo della finanza.

Quando Buffett decide di investire in un asset, state sicuri che quell’asset genererà un notevole profitto nel medio-lungo termine. Pochissimi errori durante la sua brillante (o forse meglio dire “divina”) carriera finanziaria, cosa che gli ha permesso di essere oggi Founder, Presidente, e CEO della più grande holding del mondo.

Stiamo parlando di Berkshire Hathaway, partita come società del settore assicurativo e dei servizi finanziari e diventata poi una holding con una vasta gamma di partecipazioni diversificate.

Tra quelle più importanti segnaliamo: American Express (13,1%), Bank of Amerika (11,9%), Moody’s (12%), The Coca-Cola Company (9,32%), The Washington Post (18%), Duracell (100%) e citiamo anche la compagnia italiana Cattolica Assicurazioni (9%).

Quindi, quando Warren Buffett dice qualcosa, le sue parole sono capaci di stravolgere il mondo della finanza. Come accaduto qualche giorno fa con Bitcoin.

Di seguito ti indicheremo cosa è accaduto e perché Buffett ha fatto crollare il valore del Bitcoin.

Warren Buffett e Bitcoin: un amore mai sbocciato

Di recente Warren Buffett viene definito il “nemico numero 1 del Bitcoin”. L’Oracolo di Omaha non ha mai creduto nei Bitcoin né tantomeno in alcuna valuta digitale o crypto.

Il motivo? Secondo Buffett si tratta si asset non produttivo, ovvero incapaci di creare un qualcosa di tangibile. Inoltre ci ricorda spesso che il Bitcoin non è, e non sarà mai un bene-rifugio. Perché il valore del bene-rifugio deve necessariamente rimanere stabile, altrimenti non avrebbe senso “rifugiarsi” dalle Borse e dall’instabilità dei diversi asset.

Ecco, l’oro è un bene-rifugio, il suo valore non diminuisce ma può solo aumentare. Questo accade perché la quantità di oro presente sulla Terra è limitata, quindi più se ne estrae e più le riserve diminuiscono. E più le riserve diminuiscono più sale il prezzo dell’oro che nel frattempo è diventato ancor più “raro”.

Il valore del Bitcoin invece è in continua oscillazione, le crypto infatto sono famose per essere altamente volatili. Il valore dipenderà sempre dalla domanda ed il continuo cambiamento di quest’ultima non può che riflettersi (in maniera negativa o positiva) sul valore dell’asset. In questo caso del Bitcoin.

A questo punto i più attenti sicuramente hanno affermato che anche il Bitcoin è limitato come l’oro, la sua quantità non è indefinita. I token totali che si possono minare (generare) sono 21 milioni. Quindi ipoteticamente una volta generati tutti e 21 milioni di token il valore del Bitcoin dovrebbe alzarsi notevolmente.

Ma questa è un’altra storia, e ne parleremo in un altro articolo.

Tornando a noi, queste le parole di Warren Buffett in occasione dell’ultima conferenza annuale di Berkshire Hathaway:

Gli appartamenti producono affitti, le fattorie producono cibo. I Bitcoin non servono a nulla. Se mi venissero offerti tutti i Bitcoin del mondo per 25 dollari, non li prenderei perché non saprei cosa farmene.”

Parole che ci ricordano un’altra intervista di qualche anno fa, quando una domanda sul Bitcoin venne rivolta al nostro attuale Presidente del Consiglio Mario Draghi, ai tempi alla guida della BCE (Banca Centrale Europea). Queste le sue parole:

Un euro oggi, sarà un euro domani. Il Bitcoin non è una valuta.”

L’effetto-Buffett sui mercati crypto

Subito dopo le dichiarazioni di Warren Buffett, il Bitcoin ha iniziato a perdere colpi fino a precipitare del tutto.

Al momento della scrittura di questo articolo, il valore del Bitcoin è lievemente in salita e risulta pari a 29.961,13 euro (+5,25% rispetto alla seduta di ieri).

Valore che diventa negativo se rapportato su base mensile (-22,86%) e settimanale (-13,57%).

La crypto non la spunta nemmeno su base annua, dove si registra un calo pari a – 28,62%.

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Domenico Fabbri

Domenico Fabbri

Laureato in Scienze Politiche con Master in Intelligence e Big Data Analytics, scrivo per RomaFinanza su argomenti di geopolitica ed economia. Specializzato in analisi finanziaria e valutazione del rischio.

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